Oratorio di S. Rocco – Chiesa di Sant’Andrea

L'edificio ai piedi del castello di Illasi risale al X-XI secolo. Da struttura abitativa divenne la chiesa di Sant'Andrea nel 1185. Dopo vari passaggi di proprietà, diventò l'Oratorio di San Rocco e fu venduta a un privato nel 1960. Oggi Giardino Musicale

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Descrizione

L’edificio si trova nell’immediato fondovalle ai piedi dell’altura in cui sorge il castello di illasi (castrum), dove si svilupparono le prime forme di aggregazione del futuro vicus di Illasi e che verrà a definirsi compiutamente nel corso del pieno X-XI sec.

Infatti, verso la fine del 900, all’esterno del castrum si documenta una significativa vitalità economica e sociale.

In origine l’edificio doveva trattarsi di strutture abitative semplici, probabilmente due affiancate e parallele. I primi segni di frequentazione antropica di cui si è trovata traccia sono rappresentati da buche di palo e impronti di travi riconducibili a edifici costruiti con legno e altri materiali deperibili, simili a capanne. 

Tra questo periodo e il 1046, probabilmente in seguito al cambio di destinazione e riqualificazione dell’area, i vecchi edifici vengono smontati per la costruzione di un luogo di culto in muratura, costituito da un’ala monoabsidata che successivamente verrà interessato da un cambiamento architettonico consistente e soppiantato in periodo basso-medievale da una più ampia chiesa la cui superficie interna è sostanzialmente corrispondente a quella dell’attuale edificio. 

Tale edificio è stato identificato come l’antica chiesa di Sant’Andrea di cui c’è traccia in diversi documenti, e che compare nella bolla del 1185 di Papa Lucio III come uno dei molteplici possedimenti dell’autorevole e pressoché millenario monastero di (Badia) Calavena. Con l’arrivo in valle di Ezzelino da Romano, per un breve periodo la chiesa verrà sottratta al monastero per poi rientrare nei suoi possedimenti nel 1263.

Per secoli la chiesetta rimane di proprietà del monastero fino a quando, dopo secoli di gloria, questo e i suoi possedimenti vengono inglobati nel 1498 nel monastero veronese di San Nazzaro e Celso, di cui ne sarà fonte di rendite in frumento, olio e denaro pari a circa 50 ducati.

Tuttavia, oramai la chiesa ha iniziato il suo lento declino, segnatosi già nel 1427 con l’affermarsi della vicina nuova struttura ecclesiastica: la Pieve di S.Giorgio che diventerà la parrocchiale di S.Bartolomeo.

Come attestano diverse visite pastorali dell'epoca, nel ‘500 la chiesa di Sant’Andrea si trova in condizioni precarie e più volte viene messo in discussione il giusto possesso del monastero di questa struttura e probabilmente da lì a poco la chiesa verrà ceduta a terzi.

E’ noto che per un periodo la struttura fu anche un cantiere metallurgico per la produzione di campane. Nell'altomedioevo era usanza ambientare, per ragioni apotropaiche, la produzione di campane in chiesa, poiché il fuoco necessario alla fusione dei metalli era un richiamo alle fiamme infernali; pertanto, essendo le campane un oggetto sacro, questa operazione doveva avvenire sotto la protezione di Dio.

I segni lasciati dall’impianto produttivo per la fusione delle campane è tutt’oggi visibile all’interno dell’edificio, in particolare i segni del forno fusorio “a cestone” e l’ampia fossa di gettata. 

Alla luce di queste scoperte si ipotizza che la campana del castello, ancora oggi collocata in loco e riportante la data 1543, possa essere stata costruita qui.

Sicuramente alla fine del seicento membri della famiglia Pompei, che stavano acquistando potere sul territorio in modo esponenziale grazie alle concessioni di Venezia a partire dal 1509, sono proprietari dell’immobile fino a quando lo cederanno con permuta, alla Comunità di Illasi; in cambio acquisiscono l’area in cui si trova la chiesa e l’ospitale di S.Maria del Lago (link).

Da qui in poi la chiesa di Sant’Andrea sarà conosciuta come Oratorio di San Rocco, santo invocato come protettore della peste che si stava diffondendo in quegli anni.

Dopo dubbiosi passaggi di proprietà, l’oratorio di S.Rocco nel 1960 viene venduto dall’arciprete d’Illasi Don Piero Schena ad un privato, dunque trasformato in abitazione con annesso negozio; successivamente divenne anche un’officina di biciclette.

Ad oggi, l’oratorio è sconsacrato e nuovamente di proprietà comunale. Tra il 2005-2009 si compiono importanti lavori di riqualificazione architettonica e nell’occasione si svolgono scavi archeologici di grande interesse con un’approfondita analisi delle diverse stratificazioni che hanno portato alla luce molti dettagli interessanti sulla sua storia.

Inaugura così il Giardino Musicale, uno spazio per la cultura e la musica. Al suo interno la pavimentazione in vetro lascia visibili parte dei resti archeologici, in modo particolare l'impianto fusorio precedente citato e l'ossario di epoca medievale, nient'altro che una buca rettangolare al centro dell'edificio che raccoglieva i resti ossei del campo santo che un tempo faceva parte della chiesa. Ancora visibile è anche una porzione dell'affresco della parete di sinistra, anch'esso databile all’epoca medievale e che ritrae S. Cristoforo con vincastro e Gesù bambino in braccio, raffigurato con dimensioni superiori al naturale, in uno stile ancora primitivo. Tra gli altri reperti emersi dagli scavi si contano scorie metalliche, monete veneziane e cocci di vasellame domestico.

Gianfrancesco Cieno, I due monasteri di Badia Calavena, Giazza (Verona), Taucias Gareida, 1980.
Simonetta Bonomi et, Archeologia Veneta, Casalserugo (Padova), Nuova Grafotecnica, 2011.
Pietro Mantovani, Badia Calavena - Feudo monastico, Colognola ai Colli (Verona), Grafiche Busti, 2003.
Archivio comunale.
Archivio parrocchiale.

Modalità di accesso

Seguendo l'orario di apertura

Indirizzo

Piazza Bonifacio Sprea

Ultimo aggiornamento: 05/08/2024, 20:28

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