Comunità religiose
Chiesa: Abbazia Minore Di San Zeno Vescovo
Parrocchia
Indirizzo
Prete
Recapito telefonico
Descrizione della chiesa
Nella piazza di Cellore accanto alla Chiesa parrocchiale si trova l’Abbazia di S. Zeno detta Minore, perché dipendeva dall’Abbazia Maggiore di S. Zeno di Verona. Sono molteplici e assai importanti le notizie storiche che la caratterizzano e la identificano come uno dei siti artistico -architettonici più rilevanti della nostra vallata. Nel 1067, Matilde di Canossa donò la contea all’Abate di S.Zeno e la vicina abbazia, parte di un complesso architettonico religioso di più ampio respiro.
I possedimenti furono confermati e riconosciuti nei secoli successivi anche da Federico Barbarossa, da Papa Urbano III e dalla Serenissima Repubblica di Venezia. La sua origine, come luogo di culto, è di molto antecedente intorno al VII-VIII secolo, come testimoniano i reperti emersi durante gli scavi per la costruzione della Parrocchiale, di una necropoli barbarico- longobarda e del “tesoro” di Cellore, consistente in corredi funebri, conservati al Museo di Castelvecchio.
L’attuale struttura architettonica dell’Abbazia cela molti aspetti sconosciuti e assai interessanti riportati più volte dalle fonti storiche: sepolture illustri ( nel 1135 i De Nicolis con autorizzazione dell’abate di Cellore, seppellirono i propri familiari), di affreschi coperti, di stratificazioni e di decorazioni dipinte in epoche diverse e l’attuale “falsa” distribuzione spaziale.
La facciata, rivolta verso la piazza, è frutto del troncamento eseguito nel 1878 per la costruzione della vicina Chiesa Parrocchiale, mentre l’originale è sul fronte opposto. Ancora oggi è visibile in parte dall’esterno il colmo del tetto con una croce in ferro e come pure dall’interno con la finestra circolare ad “occhio” tipica delle pievi e delle abbazie di campagna. L’interno è ad una navata, con copertura a capriate e ad un’attenta lettura spaziale, si intuisce la sua originaria grandezza, motivata dalla presenza di opere di notevole valore artistico.
Anche in questo luogo sacro si ripete la collaborazione tra Francesco Morone e Girolamo Dai Libri. Nel catino dell’abside sul fianco destro si trova l’Annunciazione sovrastata dalla figura del Padre Eterno, ai lati le figure dei quattro Evangelisti: affreschi di notevole valore nella pittura veronese rinascimentale e datati 1517. In questa scheda non è possibile addentrarsi nella descrizione di opere che meritano spazi più ampi per pregio e notevole documentazione. Dai recenti restauri conclusisi nel giugno 2009, sono emersi dalle stratificazioni degli intonaci porzioni di affreschi di epoche diverse, parti decorative e croci a braccia espanse. Fra tutti il più importante raffigura San Zeno che pesca e i messi di Galieno, che per disegno e simbologia si avvicina alla raffigurazione di una delle formelle bronzee di San Zeno Maggiore di Verona, attribuita al Terzo maestro.
Anche la vicina Chiesa maggiore, progettata da don Angelo Gottardi e terminata nel 1880, merita una visita per alcuni capolavori che custodisce: dal celeberrimo altare barocco di San Sebastiano di Andrea Pozzo, proveniente dalla distrutta chiesa di S. Sebastiano di Verona, al suggestivo e struggente Gruppo scultoreo della Crocifissione di Rigino di Enrico o Maestro di Santa Anastasia del XIV secolo, recentemente restaurato.
Bibliografia a cura di Mariano Dal Forno:
Il Veneto stemma per stemma, Consiglio regionale del Veneto, Firenze, 2000.
Illasi, a cura di G. Solinas, Verona, 1960, p.7
STORIE SEPOLTE, Riti e Culti all’alba del duemila avanti Cristo Mostra 25 ottobre 08 - 30 giugno09, Museo civico di Storia Naturale – Verona.
San Martino Buon Albergo. Una comunità tra collina e pianura, a cura di Marco Pasa, San Martino B.A., 1998
D. Coltro, Colognola ai Colli, San Giovanni Lupatoto Verona, 1985
Appunti di viaggio. Alla scoperta di Verona Romana, Ideaz. e testi di Margherita Sboarina, Verona, 2008
E. Buchi, Venetorum Angelus, Verona, 1993
L. Salzani, Colognola ai Colli Indagini archeologiche,Vago di Lavagno Verona, 1983, pp.31 -38
P. Zorzi, Le origini di Illasi, Verona, 2009
Otto Von Hessen, I ritrovamenti barbarici nelle collezioni civiche veronesi del museo di Castelvecchio, Verona,1968
Pisanello I luoghi del gotico internazionale nel Veneto,Venezia, 1996
L. Puppi, L’ambiente, il paesaggio e il territorio, Torino 1980
Illasi Una colonia, un feudo, una comunità,a cura di G.F. Viviani, Verona, 1991
G. L Mellini, I maestri dei bronzi di San Zeno, Verona, 1992
I possedimenti furono confermati e riconosciuti nei secoli successivi anche da Federico Barbarossa, da Papa Urbano III e dalla Serenissima Repubblica di Venezia. La sua origine, come luogo di culto, è di molto antecedente intorno al VII-VIII secolo, come testimoniano i reperti emersi durante gli scavi per la costruzione della Parrocchiale, di una necropoli barbarico- longobarda e del “tesoro” di Cellore, consistente in corredi funebri, conservati al Museo di Castelvecchio.
L’attuale struttura architettonica dell’Abbazia cela molti aspetti sconosciuti e assai interessanti riportati più volte dalle fonti storiche: sepolture illustri ( nel 1135 i De Nicolis con autorizzazione dell’abate di Cellore, seppellirono i propri familiari), di affreschi coperti, di stratificazioni e di decorazioni dipinte in epoche diverse e l’attuale “falsa” distribuzione spaziale.
La facciata, rivolta verso la piazza, è frutto del troncamento eseguito nel 1878 per la costruzione della vicina Chiesa Parrocchiale, mentre l’originale è sul fronte opposto. Ancora oggi è visibile in parte dall’esterno il colmo del tetto con una croce in ferro e come pure dall’interno con la finestra circolare ad “occhio” tipica delle pievi e delle abbazie di campagna. L’interno è ad una navata, con copertura a capriate e ad un’attenta lettura spaziale, si intuisce la sua originaria grandezza, motivata dalla presenza di opere di notevole valore artistico.
Anche in questo luogo sacro si ripete la collaborazione tra Francesco Morone e Girolamo Dai Libri. Nel catino dell’abside sul fianco destro si trova l’Annunciazione sovrastata dalla figura del Padre Eterno, ai lati le figure dei quattro Evangelisti: affreschi di notevole valore nella pittura veronese rinascimentale e datati 1517. In questa scheda non è possibile addentrarsi nella descrizione di opere che meritano spazi più ampi per pregio e notevole documentazione. Dai recenti restauri conclusisi nel giugno 2009, sono emersi dalle stratificazioni degli intonaci porzioni di affreschi di epoche diverse, parti decorative e croci a braccia espanse. Fra tutti il più importante raffigura San Zeno che pesca e i messi di Galieno, che per disegno e simbologia si avvicina alla raffigurazione di una delle formelle bronzee di San Zeno Maggiore di Verona, attribuita al Terzo maestro.
Anche la vicina Chiesa maggiore, progettata da don Angelo Gottardi e terminata nel 1880, merita una visita per alcuni capolavori che custodisce: dal celeberrimo altare barocco di San Sebastiano di Andrea Pozzo, proveniente dalla distrutta chiesa di S. Sebastiano di Verona, al suggestivo e struggente Gruppo scultoreo della Crocifissione di Rigino di Enrico o Maestro di Santa Anastasia del XIV secolo, recentemente restaurato.
M.D.F.
Planimetria Abbazia di San Zeno
Planimetria Chiesa Parrocchiale di San Zeno in Cellore
Bibliografia a cura di Mariano Dal Forno:
Il Veneto stemma per stemma, Consiglio regionale del Veneto, Firenze, 2000.
Illasi, a cura di G. Solinas, Verona, 1960, p.7
STORIE SEPOLTE, Riti e Culti all’alba del duemila avanti Cristo Mostra 25 ottobre 08 - 30 giugno09, Museo civico di Storia Naturale – Verona.
San Martino Buon Albergo. Una comunità tra collina e pianura, a cura di Marco Pasa, San Martino B.A., 1998
D. Coltro, Colognola ai Colli, San Giovanni Lupatoto Verona, 1985
Appunti di viaggio. Alla scoperta di Verona Romana, Ideaz. e testi di Margherita Sboarina, Verona, 2008
E. Buchi, Venetorum Angelus, Verona, 1993
L. Salzani, Colognola ai Colli Indagini archeologiche,Vago di Lavagno Verona, 1983, pp.31 -38
P. Zorzi, Le origini di Illasi, Verona, 2009
Otto Von Hessen, I ritrovamenti barbarici nelle collezioni civiche veronesi del museo di Castelvecchio, Verona,1968
Pisanello I luoghi del gotico internazionale nel Veneto,Venezia, 1996
L. Puppi, L’ambiente, il paesaggio e il territorio, Torino 1980
Illasi Una colonia, un feudo, una comunità,a cura di G.F. Viviani, Verona, 1991
G. L Mellini, I maestri dei bronzi di San Zeno, Verona, 1992