Monumento ai Caduti di Illasi 1924-2024

Il 21 settembre 1924 fu inaugurato il Monumento ai Caduti di Illasi, opera dello scultore Eugenio Prati. L'Amministrazione comunale di Illasi, in occasione del centenario, desidera rendere omaggio all'opera e ai suoi caduti

Descrizione

I cento anni dall'inaugurazione al Monumento ai Caduti di Illasi ci hanno fornito l’occasione di ripercorrere la storia attraverso le carte d’archivio conservate presso l’Archivio Comunale di Illasi e gli articoli della stampa locale che, negli anni, hanno seguito le tappe della realizzazione del monumento.

La celebrazione del Centenario dell'inaugurazione del monumento ai caduti di Illasi vuole essere un dono oggi alla nostra comunità per tenere viva la memoria storica. I monumenti eretti a ricordo dei soldati morti nella Grande Guerra sono veri e propri “oggetti” della memoria, in grado di legare direttamente i caduti, molte volte sepolti lontano da casa, con le comunità sopravvissute costituite da reduci, parenti ed altri appartenenti alle collettività locali.
Il monumento ai caduti assume il significato di memoria collettiva, di ricordo ma anche, simbolicamente, di monito civile per le generazioni successive. La memoria, quindi, “perché non accada più”: il corpo chino del soldato di questo monumento e la sua forte espressività evidenziano il sacrificio e il dolore del singolo e della collettività che è proprio di ogni conflitto.
Celebriamo il Centenario del monumento ai caduti di Illasi facendo nostro il monito di chi ci ha preceduto e impegnandoci quotidianamente per difendere e costruire la pace.

Emanuela Ruffo,
Sindaco di Illasi

La storia

Il 4 novembre 1918 terminava la Prima Guerra Mondiale ma ci vollero alcuni anni per lenire le ferite e attutire il colpo delle tante, tantissime perdite che avevano dissolto completamente qualsiasi entusiasmo per la chiamata alle armi lasciando solo sofferenze e dolore.Tra il 1921 e il 1922 in molti paesi d’Italia emerse così la volontà di onorare i propri caduti di guerra. Nel 1922 il Consiglio Comunale di Illasi propose la realizzazione di una lapide da inserire nel muro del Municipio, commissionando il lavoro al tagliapietre Bonaminini.
La lapide non fu però mai realizzata: pare infatti che per volontà della cittadinanza, di reduci di guerra e membri di famiglie che avevano subito perdite, si formò un vero e proprio Comitato per il Monumento ai Caduti di Illasi che si sarebbe impegnato di raccogliere fondi al fine di realizzare un’opera commemorativa più importante.
Fu nominato Presidente del Comitato il marchese Pietro Carlotti, allora Sindaco di Illasi.
La stampa locale seguì nel tempo le diverse iniziative di raccolta fondi. Su un articolo del quotidiano L’Arena del 14 settembre del 1922 si legge la notizia di uno spettacolo organizzato in occasione del Circo equestre di passaggio nel Paese di Illasi, i cui proventi sembrano costituire la prima raccolta fondi destinata al monumento.

Da Illasi
Per il monumento ai Caduti
Giorni or sono il Circo equestre qui di passaggio diede una serata a beneficio del Monumento ai Caduti: mentre ringraziamo il locale Comitato che si interessò affinché questa serata fosse devoluta per sì alto nobile scopo, segnaliamo altresì la offerta di lire 100 fatta dal Credito Mercantile Italiano (sede di Illasi) pel medesimo scopo. Quest'ultima offerta sia incitamento a tutti gli enti e cooperative locali affinché anch'esse diano il loro obolo pei nostri eroi.


L’Arena, 14 settembre 1922.

Un articolo del primo novembre dello stesso anno riporta di una raccolta di lire 2010 da parte degli stessi membri del Comitato: nomi, cognomi ed entità della donazione sono minuziosamente citati nel trafiletto del quotidiano veronese.

DA ILLASI
Pel monumento ai caduti
In una sala del Municipio è stata tenuta una riunione indetta dal locale Comitato Pro Monumento ai Caduti. Dopo la relazione del presidente dott. Pietro Carlotti e un’ampia discussione sui vari punti dell’ordine del giorno, si viene alla nomina dei signori: Cav. Silvio Fumagalli, Arciprete don Angelo Vicentini, Turco Antenore, Carlotti dott. Pietro, Mezzari Antonio, Beltrame reg. Remigio.
Alla fine della riunione su proposta del cav. Fumagalli i contenuti per dimostrare coi fatti i loro buoni propositi ed il loro alto patriottismo, diedero il buon esempio sottoscrivendo seduta stante per lire 2010 e cioè: Conte Colleoni Claudio e fratello L. 500 - Cav. Fumagalli Silvio 50 - Perbellini fratelli 400 - Famiglia Marchesi Carlotti 500 - Verzè Emilio 100 - Bonuzzi Vittorio 100 - Doria prof. Leone 100 - Zavarise Silvio 25 - Turco Antenore 50 - Bertolazzi 50 - Gozzi Lino (usciere municipale) 25 - Mezzari Angelo 10 - Tonfolini fratelli 10 - Piccoli Clemente 10 - M.R. don Contri maestro comunale 20 - Beltrame rag. Remigio 20 - Centurioni Gaetano 20 - Usimieri Albino 20 - Totale lire 2010.


L’Arena, 1 novembre 1922.

Tra le carte d’archivio del Comune di Illasi si trova una copia manoscritta del manifesto ufficiale per un’altra raccolta fondi estesa a tutti i cittadini. In allegato, un documento con la ripartizione di Illasi in “zone” e i nomi di alcuni “giovani volenterosi” che si sarebbero recati di casa in casa a raccogliere “nuove e abbondanti offerte”.

Illasi, 12 novembre 1922
Comitato Pro Monumento ai Caduti - lllasi
Il nostro paese che tanto contributo di sangue ha dato durante la guerra per abbattere l’odiato nemico e raggiungere i naturali confini della nostra patria deve perpetuare nel marmo i nomi de nostri eroi morti sui campi di battaglia.
Per raggiungere questo scopo si costituì un comitato al fine di erigere un monumento degno e decoroso. siamo certi però che tutta la popolazione di Illasi senza distinzione di classe e di parte, vorrà entusiasticamente concorrere con la generosità delle offerte proporzionate alla possibilità di ciascuno, dando così modo al comitato di poter degnamente assolvere il suo compito.
Già alcuni mossi da giusto sentimento d’amor patrio e di pietà hanno fatto le loro offerte con le quali però non si è raggiunta la somma necessaria per costituire un monumento.
Da domenica 12 novembre 1922 alcuni giovani volenterosi, membri del Comitato esecutivo, muniti di speciale distintivo si recheranno nelle case di tutti certi della concorde generosità per raccogliere nuove ed abbondanti offerte.
Prima Zona : Serravalle, Corso Valverde, Stradone Piazza

Lavagnoli Alessandro, Mezzari Romano, Piccoli Sante
Seconda zona : Capovilla, S. Monte, S. Felice, Sorcè
Bonuzzi Giuseppe, Mezzari Antonio, Gozzo Lino
Terza zona: Corte Reale, Prognolo, Domegiano, Giara, S. Colombano, Cereolo, Bocca Scalucce
Perbellini Augusto, Beltrame Remigio, Morini Eustacchio, Zavarise Silvio
Quarta zona: S. Gustina, Donzellino, Squarzego, Leon, Casoti
Turco Antenore, Carlotti Pietro, Solfa Luigi

Forte delle quote raccolte, il Comitato tornò a proporre nuovamente all’Amministrazione la questione dell’erezione del monumento, accolta dalla Giunta il 21 novembre a condizione di poter visionare il progetto. Quest’ultimo prevedeva la collocazione del monumento proprio nella piazza principale del Paese, dove nel frattempo erano terminati i lavori di interro della vasca.
Il 28 novembre 1922 le testate dei quotidiani L’Arena e il Corriere del mattino riportarono la riuscita della raccolta fondi con una severa sentenza: "pochi i ritrosi ma saranno segnati a vita e svergognati” ma soprattutto annunciarono l’indizione ufficiale del concorso.

Da Illasi
Monumento ai Caduti
Finalmente Illasi tutto si è scosso dal torpore. Un solerte e volonteroso Comitato esecutivo, costituito di giovani è riuscito a raccogliere nuove ed abbondanti offerte. Pochi sono i ritrosi, ma saranno segnati a dito o svergognati. Per questa primavera il monumento ai Caduti sarà un fatto compiuto anche pel nostro paese. Il concorso dei bozzetti si chiude col 31 dicembre 1922: per schiarimenti rivolgersi al presidente del Comitato Marchese Pietro Carlotti, via S. Eufemia 24, Verona.
Siamo informati che è stato bandito un concorso per un monumento da erigersi in onore dei Caduti di Illasi. Gli interessati potranno rivolgersi per prender conoscenza del bando del Concorso al Marchese Pietro Carlotti - Via S. Eufemia 24, Verona. 

           
L’Arena, del 28 novembre 1922.               Corriere del Mattino, 28 novembre 1922.

I mesi passarono e attraverso le carte d’archivio arriviamo a una deliberazione del Comitato Pro-Monumento di Illasi datata 14 gennaio 1923 che riporta tra i punti dell'ordine del giorno la decisione di estromettere il marchese Pietro Carlotti dalla carica di presidente del Comitato: la delibera non esplicita la motivazione limitandosi a giustificare la decisione tacciandola come “atteggiamento equivoco" in sede di scelta del bozzetto finale del monumento e assegnazione del vincitore. Pietro Carlotti venne sollevato dal ruolo di Presidente rimanendo comunque all’interno del Comitato mentre l’incarico fu assunto da Mezzari Ragioniere Romano; Perbellini Augusto venne nominato vicepresidente, e Lino Gozzo cassiere. Le conseguenze furono gravi e le testate locali L’Arena, il Corriere del Mattino e L’ Audacia riportarono la notizia di annullamento del concorso.

Illasi
In seguito a divergenze sorte in seno al Comitato esecutivo pro Monumento ai Caduti il Comitato stesso ha deliberato all’unanimità di annullare il concorso bandito tempo addietro. Il Comitato si riserva di agire come meglio crede per la scelta e l’erezione del suddetto Monumento.


Corriere del Mattino, 18 gennaio 1923.

Il fatto di certo allontanò qualsiasi previsione di conclusione dei lavori auspicata per la primavera: siamo a maggio 1923 e ipotizziamo a questo punto una nuova indizione del concorso con la vittoria dello scultore originario di Cerro veronese Eugenio Prati, già autore di numerosi monumenti ai caduti per la Provincia di Verona. Venne inoltre contestualmente deciso che la scritta sul monumento sarebbe stata Pugnare e Vincere, motto in linea con la retorica del regime del tempo, poi sostituit
Assegnato il lavoro e stimate le spese, la necessità di ulteriori fondi si fece più concreta; risale infatti ai primi mesi del 1923 l’iniziativa di una pesca di beneficenza. A maggio il Comitato Pro-Monumento indirizzò alle Reali Altezze una richiesta di doni per rendere i premi maggiormente allettanti.

A loro Altezze Reali d’Italia
Volendo esternare nel marmo la dimostrazione tangibile della nostra riconoscenza per i Fratelli che diedero la loro giovinezza fiorente per una più grande ITALIA si è pensato ad innalzare nel nostro paese un monumento che dica riconoscenza perenne e ricordo indelebile.
Ma ad attuare tale desiderio mancano mezzi finanziari. Ché tanto hanno dato con amore ed orgoglio i compaesani ma ancora non si è raggiunta la somma occorrente.
Per aumentare i fondi di cassa abbiamo allora pensato a organizzare una pesca di beneficenza lanciando l’appello a tutti i cuori gentili.
così ora arditi ci facciamo nel rivolgerci a LL.AA.RR.D’ITALIA la cui bontà di cuore e generosità di donare è a tutti nota sicuri di ottenere sia pure un piccolo dono ma perché dalle LL. AA. R.R. offerto avrà sempre un gran valore o darà grande attrattiva alla pesca dalla quale speriamo ricevere ottimi risultati.
Certi che non vanno risulti il nostro ardimento con riconoscenza ringraziamo devotamente ossequiando.
Illasi, Maggio 1923

Le richieste vennero accolte.

Il primo premio, dono del Re, giunto a Illasi in data 22 giugno 1923, fu un “servizio da tavola in argento” vinto da Enrico Tonfolini con il numero vincente 2114. [scansione]
Il secondo premio, dono di Benito Mussolini, un orologio artistico, fu vinto con il numero 278 dalla signora Maria Beltrame, [scansione].
Il terzo premio, una bicicletta, fornita da Pietro Cellore, se la aggiudicò la signora Morini Emma con il numero 290. [scansione]
L’Archivio del Comune di Illasi conserva i biglietti vincenti e le ricevute del ritiro dei premi. La statua tardava però ad arrivare. Il 29 agosto 1923 una lettera dello scultore Eugenio Prati al Presidente del Comitato segnala di un incidente capitato in fonderia alla statua: nulla di grave né di estraneo alle dinamiche di bottega ma un inconveniente che comporterà un ritardo nella consegna fissata per il 2 settembre che slitterà quindi, secondo le previsioni del fonditore, al 20 settembre.

Verona 29 agosto 1923
Spettabile Sig.re Presidente del Comitato pro Monumento di Illasi
Ho il vivo dispiacere di informarlo che malgrado la mia buona volontà di consegnarle la statua per l’epoca issata (2 settembre) purtroppo non posso per detta data causa un incidente di fusione, per un pezzo non riuscito bene e che il fonditore del riffare, non allarmatevi giacchè qualunque fonderia succedono simili casi.
il fonditore stesso mi assicura che per il 20 settembre medesimo sarà ultimata. 

Salutandolo mi creda
lo scultore Eugenio Prati

In realtà, le tempistiche di consegna si protrarranno ulteriormente. In ottobre la statua non sarà ancora giunta a Illasi e una seconda lettera del Prati datata 13 ottobre 1923, sempre conservata tra le carte dell’archivio del Comune, invita il Presidente Mezzari a recarsi presso l’agenzia Zoncada in Porta Nuova per visionare l’opera conclusa.

Verona 13 ottobre 1923
Caro Romano,
L'avverto espressamente che questa mattina è arrivata la statua. Se volete venire a vederla si trova presso l’agenzia Zoncada a Porta Nuova. Avrei desiderio di parlare con ei. Il fonditore prima che sia levata la statua da Zoncade vuole il saldo che è di £4000 io mi trovo senza un soldo in tasca.
Venga che dobbiamo parlarci
anche in riguardo il conto di Crescini.

Saluti cordialissimi
scultore
Eugenio Prati

Alla fine di gennaio del 1924 la statua venne posta in sito grazie all’attrezzatura e al paranco della ditta di Giusti Massimiliano, ma il lavoro non era ancora terminato. Dal Ministero della Guerra giunsero quattro bombarde abbellite da quattro orifiamme mentre per la realizzazione della catena, opera dell'officina costruzioni in ferro Bondiani Vittorio di Verona, si dovrà attendere l'affidamento dell’incarico a luglio.
Nell’aprile dello stesso anno il Comitato deliberò l’invio di una diffida al Prati chiedendogli la sostituzione di alcune pietre del monumento giunte a Illasi danneggiate.
Tutte le entrate e le uscite relative alle spese sostenute per il monumento sono puntigliosamente annotate e conservate presso l’Archivio del Comune: il contributo di Tessari Augusto per la prima posa del monumento, la messa in opera del porfido ad opera dei fratelli Bonamini tagliapietre, la posa dei bronzi ad opera di Guido Cesini, l’impalcatura allestita in attesa dell’inaugurazione da Alfredo Garazioli, le spese sostenute da Dorizzi Marcello per la somministrazione del vino alla banda musicale e da Gava Attilio, direttore del cinematografo, per l’energia elettrica.
Restava da decidere la data dell’inaugurazione ma prima bisognava distribuire gli inviti e attendere l’autorizzazione del Prefetto della Provincia per organizzare la “pesca”. L’autorizzazione arrivò e venne fissata la data del 13 luglio, poi spostata al 24 dello stesso mese con l’occasione della festa del Paese per S. Barolomeo: i biglietti sarebbero stati venduti al prezzo di lire 2 cadauno. Delle 3000 cartelle previste, ne andranno vendute 1877.

Da Illasi
La lotteria pro monumento
La lotteria pro Monumento ai Caduti indetta per il 13 c.m., è stata prorogata il 24 agosto c.a. ricorrendo in quel giorno l’annuale Sagra di S. Bartolomeo. Il comitato è certo che in questo frattempo, e per la bellezza dei premi e per l’opera altamente patriottica, tutte le cartelle verranno senz’altro vendute; fa quindi voti che ognuno diventi attivo propagandista dando modo agli incaricati di esaurire in breve tempo le cartelle a loro consegnate.


L’Arena, 12 luglio 1924.

DA ILLASI
SAGRA DI SAN BARTOLOMEO
Ecco il programma dei festeggiamenti che si svolgeranno domenica 24 corrente in occasione dell’annuale Sagra di S. Bartolomeo:
Ore 17 - Inizio del concerto musicale da parte della rinomata banda locale diretta dal valente Maestro O. Pedone.
Ore 17.30 - Assalto alla cuccagna fornita di ricchi premi.
Ore 18 - Estrazione della Lotteria Pro-monumento ai Caduti nella loggia del Municipio (premi si S.M. il Re, di S.E. Mussolini, della Deputazione Provinciale ecc.)
Ore 20.30 - Scelto svariato spettacolo pirotecnico. Durante i fuochi d’artificio la musica rallegrerà pure con le sue note lo spettacolo.
La direzione della Tramvia Provinciale ha gentilmente accordato il ritardo nella corsa festiva speciale in partenza da Illasi alle ore 21.30 portando la partenza alle ore 22 per dar modo così ai forestieri di godere l’intero spettacolo.


L’Arena, 23 agosto 1924.

La riuscita della serata si leggerà qualche giorno dopo sulle pagine del quotidiano L’Arena.

DA ILLASI
SAGRA DI S. BARTOLOMEO - LA LOTTERIA
Quest’anno per la prima volta dopo la guerra, l’annuale sagra di S. Bartolomeo assunse una vera festa di popolo; pochi volonterosi bastarono per organizzare i festeggiamenti molto ben riusciti. La gente affluì numerosa, i trams provinciali arrivarono carichi di forestieri, la cuccagna riuscì brillantissima, disputata tra le grandi risa del pubblico che numeroso assisteva alla tradizionale usanza. La festa si chiuse con uno scelto spettacolo di fuochi di artificio, alternati del concerto della musica locale diretta dal maestro O. Pedone.
Nella giornata furono poi estratti i premi della Lotteria Pro Monumento ai Caduti, in mezzo a grande folla di popolo.


L’Arena, 30 agosto 1924.

Il 12 agosto dello stesso anno “per appello nominale, ad una unanimità, viene scelto il giorno 21 settembre quale data per l’inaugurazione del monumento” mentre dalla curia di Verona, il 3 settembre 1924, arrivò l’autorizzazione per la benedizione del monumento ma non per la Messa all’aperto, a causa di precise disposizioni giunte da Roma. Anche la sezione di Illasi dell’Associazione Nazionale Combattenti confermò la sua presenza all’evento per la benedizione del gagliardetto della sezione.
Tutto fu predisposto e finalmente il 16 settembre si potè leggere su L’Arena la notizia ufficiale: l’inaugurazione del Monumento ai Caduti di Illasi si sarebbe svolta alle ore 9 del 21 settembre e per l’occasione il tram elettrico in partenza da Verona avrebbe aggiunto una corsa alle ore 7.30 e ribassato il costo del biglietto del 40%.

DA ILLASI
Domenica 21 c.m. ad ore 9, sarà inaugurato in questo Comune il monumento che la gratitudine di questa popolazione volle fosse eretto in memoria dei suoi figli caduti eroicamente per la maggior grandezza della patria.
A rendere più solenne l’austera cerimonia il Comitato desidera l’intervento delle autorità civici e militari nonché delle associazioni patriottiche tutte.
Le associazioni sono pregate di intervenire con rappresentanza e bandiera.
Per gli invitati vi sarà una corsa del tram elettrico in partenza da Verona e da Sambonifacio <San Bonifacio> alle ore 7.30.
La direzione del Tram concede il ribasso del 40 per cento purché le presidenze delle associazioni facciano prontamente conoscere al Comitato il numero dei parenti. La mattina del 21 c.m. alla Stazione di Porta Vescovo apposito incaricato darà le istruzioni necessarie.

     
Il Lavoro, 21 settembre 1924.                              L’Adige, 22 settembre 1924.

La festa dell’inaugurazione avvenne con l’intervento delle autorità, la partecipazione della banda cittadina e tantissimo popolo. Dalle pagine del periodico veronese Audacia, foglio settimanale fondato nel 1921 da Edoardo Malusardi, segretario propagandista del fascio di Verona, leggiamo i fatti così come riportati da un periodico di parte politica che negli anni del regime risultava l’unica voce che potesse esprimere un’opinione senza incorrere nella censura.

Audacia, 26 settembre 1924
DALLA PROVINCIA
ILLASI
INAUGURAZIONE MONUMENTO AI CADUTI - Domenica scorsa si è inaugurato il monumento ai Caduti. Si è formato un imponente corteo composto di sodalizi, associazioni patriottiche, combattenti, una forte rappresentanza di fascisti giunti dai paesi vicini, di arditi d’Italia con vessilli e gagliardetti ed una folla di gente compresa del significato spirituale della cerimonia. Abbiamo notato il Sindaco con la Giunta e i consiglieri Comunali, il dep. Provinciale Santi, il segretario politico della Sezione fascista, Agostino Fiorio in rappresentanza della Federazione Provinciale Fascista, il ten. Lebrecht degli arditi d’Italia e la banda fascista “Secondo Frigeri”. Dopo la messa celebrata in Chiesa il corteo al suono degli inni patriottici si è ordinato intorno al monumento pregevole opera dello scultore veronese Prati che rappresenta in un atteggiamento vibrante di potenza espressiva un fante che vigila.
Dopo lo scoprimento avvenuto al suono della Marcia Reale della Canzone del Piave il Reverendo Parroco del paese, impartita la benedizione pronunciò un nobilissimo e patriottico discorso che venne calorosamente applaudito. Dopo di lui parlò il presidente del Comitato sig. Mezzari, il quale portò l’adesione di Autorità che non avevano potuto intervenire e consegnò il Monumento al Sindaco Marchese Carlotti oratore ufficiale della cerimonia, il quale lesse il suo discorso esaltando gli Eroi ed il loro sacrificio, ed auspicando alle fortune della Patria.
Sorse poi a parlare il ten. Lebrecth Segretario politico della Federazione Arditi d’Italia, il quale rammentò le glorie dell’arditismo ed inneggiò all’eroismo dei Caduti. Recitarono alcune poesiole piene di grazia alcune bambinette, ed infine parlò in nome dei fascisti il vice-segretario federale Agostino Fiorio, rivendicando la rivolta morale del fascismo contro i negatori della Patria e dell’eroismo dei loro Caduti, e invitando i presenti ad unirsi in concordia di spiriti, ed unità di proposito per una Italia più bella e più grande. Tutti gli oratori furono cordialmente applauditi.
Terminata la cerimonia al monumento, venne offerto un vermouth d’onore alle autorità, alle madri ed alle vedove dei Caduti, dopo di che il corteo si sciolse al suono degli inni nazionali e fascisti.
INCIDENTI – Nel pomeriggio avvennero alcuni incidenti dovuti alla tensione dei rapporti che esistono fra fascisti e gli amministratori comunali espulsi dal fascio per indisciplina, ed al contegno provocante di alcuni membri dell’amministrazione comunale. Mentre la musica fascista suonava alcuni inni, successe un tafferuglio, volarono alcune bastonate, che colpirono due o tre individui ed anche il marchese Carlotti fratello del Sindaco, il quale riportò una grave ferita lacero contusa alla regione occipitale.
I dirigenti della federazione fascista e del fascio di Verona che erano poco lontani dal luogo dove avvenne l’incidente intervennero subito energicamente a calmare i più accesi e ad impedire che succedessero fatti più gravi. Naturalmente il “Corriere del Mattino” che non può fare a meno quando si tratta di fascisti di esagerare le cose magari fino al ridicolo, afferma, nella versione data da un suo tre volte imbecille corrispondente che i fascisti, ove non fosse intervenuta una sorella del sig. Bonuzzi, avrebbero certamente nientemeno che finito a randellate il marchese Carlotti. - È o non è una affermazione sufficientemente idiota?!!!
Nella corrispondenza poi da Illasi del giorno successivo parlando dell’irritazione degli illasiani contro i fascisti si dice che essi sono arrivati perfino a strappare col favor delle tenebre la bandiera nazionale dalla finestra della casa del Segretario della locale Sezione combattenti.
Ora questa affermazione è del tutto gratuita e fantastica e invitiamo il solerte corrispondente a precisare nomi, e circostanze precise. Non è certo lealtà polemica far nascere nella cittadinanza il sospetto che i fascisti si abbandonino allo sfregio degli emblemi della patria, senza assumersi delle chiare e precise responsabilità.

I pagamenti per il monumento si protrassero fino alla fine del 1925. Un resoconto di cassa del 21 ottobre 1924 testimonia che per quella data il saldo allo scultore Prati doveva ancora avvenire: mancavano dal totale pattuito 6.970,20 lire.
La rinnovata richiesta dello scultore nel settembre del 1925, unita alla dichiarazione del grave stato di salute della madre, smosse probabilmente la situazione poiché il 5 ottobre 1925 lo scultore dichiarò assolti tutti i debiti.
Il bilancio finale per l’intera realizzazione dell’opera monumentale fu di 3132,63 lire.

Eugenio Prati, l’artista “spiralico”

Nato a Cerro Veronese il 17 settembre 1889, Eugenio Prati studiò disegno e arti plastiche affinando la sua arte di pittore e scultore presso l’Accademia Cignaroli di Verona.
Le sue opere pittoriche si diffusero durante il primo dopoguerra rendendolo un artista di riferimento nonostante il suo temperamento “solitario, misantropo”, come di lui scrisse l’amico Lionello Fiumi. “Non esponeva che letteralmente, spinto a scrollate da noi, che a forza gli imballavamo qualche scultura o, per via che la spedizione costava meno, qualche disegno a bistro”. Lo stile delle sue opere scultoree è uno stile d’avanguardia, di scelte audaci e innovative, che si concretizzano in pose ed espressioni drammatiche, dolorose, “antigraziose” ma potenzialmente in grado di dare una svolta alla scultura italiana. Uno stile che gli valse l’appellativo di antropologo della scultura, precursore di un’arte attenta agli aspetti psicologici dell’animo umano.
Negli anni Venti, Eugenio Prati si distingue per numerosi monumenti ai caduti commissionati per i Comuni della Provincia di Verona e nel 1922 è a lui che viene assegnato l’incarico per la realizzazione del Monumento di Illasi. Molte sono le lettere conservate presso l’Archivio del Comune di Illasi che testimoniano il carteggio tra lo scultore e il presidente del Comitato Pro-Monumento, lettere di incarico, di solleciti di pagamento, di aggiornamento dello stato dell’arte dei lavori: tutte testimonianze che tracciano la storia del Monumento ai Caduti e rendicontano le spese giunte a un totale di 26.000 lire liquidate definitivamente allo scultore il 5 ottobre 1925.
Recenti contributi hanno evidenziato la vicinanza di Eugenio Prati in quegli anni allo scultore Egisto Zago, nativo di Bovolone in Provincia di Verona, e autore di numerose sculture monumentali della Grande Guerra. La stretta collaborazione tra i due artisti si delinea nelle scelte stilistiche delle opere da loro realizzate. Le figure di soldati proposte da Zago non rientrano nei canoni eroici tipici del regime: indossano divise stropicciate e i loro volti sono stravolti in espressioni esasperate, sguardi persi nel vuoto e occhi spalancati a sottendere l’eterno quesito: perché?
Nel 1926 Eugenio Prati emigrò in Brasile stabilendosi a San Paolo dove si sposò ed ebbe due figlie e dove terminò la sua vita, dedicandosi quasi esclusivamente alla scultura funeraria, il 22 novembre 1979.

Ancora su Eugenio Prati da L’Adige, 2 ottobre 1924
Ascriviamo ad alto onore di potere iniziare questa rubrica pubblicando un nuovo lavoro dello scultore Eugenio Prati: il suo nome, che brilla di vivida luce nella costellazione veneta degli artisti dello scalpello, non ha bisogno di essere illustrato, poiché oramai la sua fama ha varcato i confini, non solo della dolce terra veneta ma della penisola e nelle solenni ed austere esposizioni di Praga, Berlino e Ginevra si è solidamente affermata.
L’opera di questo giovane artista è seguita nella sua ascesa verso la vetta della perfezione da tutti gli amatori e critici d’arte: la sua geniale produzione si stacca dalla comune ed assurge al nuovo; lo si può definire un antropologo della scultura; infatti microcefali, orrendi, idioti, ubriachi e tutto ciò che c’è di più triste nella razza umana, formano i soggetti da lui preferiti e studiati con meticolosa cura psicologica.
I fantasmi creati dalla sua fantasia hanno richiamata l’attenzione di critici veronesi quali: Lionello Fiumi, Giovanni Centorbi, Alberto Neppi, Guglielmo Bonuzzi, Angelo Cristina, Massimo Gaglione, prof. Francesco Banterle, Armando Lovato e tanti altri. E il Neppi, tratteggiando sulla “Gazzetta Ferrarese del maggio 1918, l’opera scultoria del Prati scriveva: “ Anche nei monocromi bistri, come nelle sculture, assistiamo a una sfilata sconcertante di microcefali orrendi, deformi, grotteschi, a una interpretazione apparentemente caricaturale della natura umana e della vita, ma, oltrepassato il primo esame delle nostre pupille, basta cercare d’introdursi nell’intimo mondo creativo dell’artefice per sentirsi affascinato da una dolorosa forza di penetrazione espressa che mette inesorabilmente a nudo le anime dei derelitti, dei pezzenti, delle beghine, degli ubriachi, di chi teme la morte e di chi vive nelle solitudine di chi teme la morte e di chi vive nelle solitudini, del bambino che spaventa i ranocchi e dell’avido bevitore di latte: tutto un mondo rivissuto da un’anima eccezionale di sognatore cosciente, tutta una nuova estetica stabilita su basi genetiche: costruzione plastica e accordi lineati musicali: il gusto più acre della vista statica e dinamica: il soffio immanente del “pathos” umano: l’estrinsecazione di una potente personalità creativa che ha bisogno di comunicarsi candidamente nella realtà della tragedia umana per liberare alla luce del sole i fantasmi, più vivi dei vivi, delle creature dell’anima sua”.
Il Prati però non si sofferma e non limita la sua concezione artistica a questa fantasmagorica produzione plastica, ma innamorato della sublime bellezza dell’Arte, dedica la sua attività creatrice a tutte le varie forme della scultura ed i suoi monumenti ai caduti di guerra, che s’innalzano superbi in molte contrade d’Italia, ne documentano il suo indiscusso valore. Anche all’Arte funeraria Egli dedica di continuo l’opera sua preziosa e i suoi macabri lavori portano l'impronta di una singolare genialità.
Eugenio Prati, come tutti i sommi che hanno popolato il cielo dell’Arte e della Scienza, dovette nei primordi della carriera, lottare contro la ferrea legge del bisogno, ma la sua anima poetica vinse l’avversità del destino e la prosa della vita vissuta. Ora Egli prosegue, con rinnovata fede, il suo cammino sulla via, irta di sterpi e di spini, che conduce verso la perfezione per raggiungere quella meta eccelsa, a cui tende la sua anima anelante irresistibilmente all'infinita bellezza.
Dal “Risveglio Artistico”

Il Monumento ai Caduti di Illasi di Eugenio Prati

Il monumento presenta una struttura a cippo, in marmo bianco, ed è costituito da una base di tre gradini digradanti verso il centro dove si eleva un basamento a piani modanati. Sulla base del plinto, che si erge snello e slanciato, è presente una cornice bronzea a motivi fitomorfi, interrotta al centro di ogni fronte da una tabula liscia. Sul lato anteriore è applicata con quattro borchie una lastra marmorea riportante il testo del Bollettino della Vittoria del 1918 in lettere capitali.

Bollettino della Vittoria 4 novembre 1918
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.
La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Sui lati destro e sinistro del monumento si trovano due lapidi borchiate con l’elenco dei caduti di guerra. Nell’ordine:

Bee Sebastiano Burro Guerrino
Bussola Ferdinando Castagnini Antonio
Corradi Stefano Domenichini Attilio
Filippozzi Oreste Finetto Vittorio
Germani Giuseppe Maschi Luigi
Magrini Tracisio Melis Santo
Marconi Mario Mela Guerrino
Panardo Ettore Perlati Pietro
Piccoli Giuseppe Ridolfi Giuseppe
Righetti Ernesto Rossetti Augusto
Solfa Luigi Taioli Arturo
Turri Emilio Verzini Igino
Verzini Luigi Verzini Luigi

 

Alberti Guerrino Bante Pietro
Benini Silvio Bonomo Beniamino
Borsaro Gaetano Bragantini Massimiliano
Bravi Angelo Bravi Gino
Bruni Michele Colognato Gaetano
Dal Forno Egidio Dalla Riva Gaetano
Dalla Riva Antonio De Negri Guerrino
Drezza Daniele Erbice Luigi
Fasoli Beniamino Finetto Cesare
Fraccaroli Alfonso Germani Gaetano
Gozzo Carlo Gozzo Gaetano
Gozzo Giuseppe Gozzo Luigi
Legatini Santo Livrea Eugenio
Lucchese Ernesto Malesani Guerrino
Marconi Guerrino Mezzari Luigi
Mezzari Michele Mezzari Alessandro
Morini Silvino Panardo Girolamo
Pressi Ermenegildo Prando Umberto
Povolo Gio Batta Sabini Lido
Tommelleini Domenico Todeschini Gio Batta
Tosi Vittorio Verzini Luigi
Vezzari Giuseppe Viviani Giulio
Zangrandi Carlo Zumerle Giuseppe

 

Il plinto termina con un coronamento a fascia, un fregio decorato con motivo a clipei, e un'ultima serie di tre alzate digradanti.
La statua bronzea e rappresenta un soldato proteso in avanti che porta la mano sinistra alla fronte come a scrutare l'orizzonte mentre calibra con la mano destra il lancio di una granata. Il soldato indossa la divisa del corpo degli Arditi ad eccezione del torso che è nudo, una scelta stilistica dibattuta all’epoca ma volta a accentuare la realisticità e mitigare l’iconografia dell’eroe in battaglia. L’espressività e la gestualità esasperata del soldato sono caratteristiche che ritroviamo anche in altri monumenti ai caduti del Prati di questo periodo, opere che realizza anche in collaborazione con l’amico scultore Egisto Zago. I volti contratti in espressioni estreme, resi con smorfie accentuate da occhi e bocche spalancate, colgono i soldati nell’impeto più intimo, umano e istintuale, l’istante estremo di terrore, rabbia, dolore. La collaborazione tra i due artisti e il loro stile, così simile e affine, ha contribuito per anni alla paternità incerta del Monumento ai Caduti di Illasi.
Gli altri elementi bronzei sono costituiti da quattro bombarde da 240 abbellite da orifiamme donate, all’epoca della realizzazione del monumento, dal Ministero della Guerra e una catena in ferro fornita dall’officina costruzioni Bondiani Vittorio di Verona.
I giornali locali riportano le notizie riguardanti gli interventi di manutenzione al monumento mentre risale a ottobre 2024 il rifacimento dell’aiola perimetrale.

A cura di Maddalena Pizzighella
Con la collaborazione di Edoardo Ferrari e Ernesto Santi

 

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Libero

Indirizzo

PIazza della Liberta

Ultimo aggiornamento: 30/10/2024, 14:41

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